Gli errori che non rifarei se arredassi casa oggi: la verità, tutta la verità.

vista dall'alto lavabo solid surface bianco opaco

Sono passati 5 anni da quando siamo entrati in casa, un tempo abbastanza lungo da poter commentare con consapevolezza, accettazione e una piccola dose di rassegnazione tutte le scelte fatte in merito a finiture, rivestimenti, scelte d’arredo e soluzioni progettuali. 

Spero che ripercorrere alcune delle vicende possa essere d’aiuto a chi sta arredando casa e cerca spunti e informazioni utili. 

Nel 2020 siamo entrati nell’appartamento che attualmente abitiamo, dopo qualche anno di ricerca. Il rogito era previsto a inizio marzo ma a causa del primo lockdown tutti i lavori sono stati posticipati. Una serie infinita di ritardi ha fatto slittare l’ingresso in casa e ha causato disagi, casini, insulti volanti e altre simpatiche vicissitudini – incluso litigare con il precedente padrone di casa che non ha gentilmente concesso qualche mese in più, costringendoci ad andare a stare dai miei per un mese. 

Non credo serva aggiungere altro. 

Nonostante i mesi imprevisti di attesa ci abbiano concesso del tempo, già prima del lockdown avevamo dovuto definire moltissime cose a causa delle pressioni del costruttore, che tentava di velocizzare le pratiche per rogitare quanto prima. Ci siamo quindi trovati ad anticipare nella fretta alcune decisioni (incluso impianto elettrico, posizione cucina, posizione sanitari e altre cose) senza avere in mano un progetto definitivo. 

Errore nr. 1- quello fondamentale: (pretendere di) arredare casa senza un progetto professionale

E per progetto intendo proprio un progetto vero, fatto da un/a professionista. Non un’idea buttata lì “perché tanto mi piace l’interior design” – cosa che sento dire molto spesso. 

Progettare casa e arredare casa sono due cose ben diverse, come spiegavo qui, ed è il motivo per il quale ho scelto di delegare le consulenze a chi era più competente di me in ambiti specifici.

Nel frattempo mi sono lasciata trascinare dall’ansia e dalle pressioni del costruttore, in un momento in cui il terrorismo per il Covid già assorbiva parecchi pensieri. Lucidità zero, ma me ne sono resa conto solo dopo, col tempo. 

Marzo 2020: quando ancora non c’era nulla

B-HOME, LIVE SUL BLOG E SU INSTAGRAM

Il racconto di tutto ciò che succedeva, nel frattempo, andava online su Instagram e sul blog, perché la mia casa è diventata un progetto editoriale, a cui hanno partecipato diverse aziende e professionisti/e del settore. Nella pagina dedicata potete ripercorrere gli articoli scritti e tutto ciò che è stato scritto sull’argomento e sui prodotti inseriti (sanitari, rubinetti, mobili, piastrelle & co).

Ma ora veniamo al cuore del post. Quali sono stati gli errori più grandi, le scelte di cui mi sono pentita di più? Dopo un po’ che ci pensavo ho deciso di scrivere questo articolo nella speranza di essere d’aiuto a qualcuno, perché non c’è nessun insegnamento migliore dell’esperienza diretta.

Scelte progettuali | Gli errori di cui mi pento

Distinguerò gli errori di progettazione o d’arredo dalle scelte legate a materiali e finiture che nel tempo mi hanno delusa.

Tutto ciò che dirò è frutto di esperienza personale per cui vi suggerisco di prendere le mie opinioni per quelle che sono: opinioni. Non è detto che la singola cosa/ il singolo prodotto / la singola soluzione progettuale non sia perfetta per voi.

1 | Piastrelle in continuità indoor / outdoor: come farlo male

Visto che l’appartamento ha l’ingresso in un corridoio che affaccia sulla zona notte principale, ho preferito inserire un solo pavimento (bagni esclusi) in tutta la casa, e ho optato per piastrellare interno ed esterno in continuità con la stessa piastrella (un gres porcellanato effetto pietra).

Cosa ho sbagliato? In terrazza la posa delle piastrelle è flottante, o sopraelevata – l’ho spiegato nel post linkato qui sopra: sono quindi appoggiate su supporti equidistanti e non hanno fughe come dentro casa; inoltre la superficie della versione per esterni – essendo più ruvida perché R11, antiscivolo – ha una texture differente che fa apparire il colore leggermente più chiaro. Risultato? Non sembra la stessa piastrella, e l’effetto finale non è quello preventivato. Potevo immaginarlo? Forse. Certo è che a quel punto avrei potuto optare per qualcosa di più decorativo all’esterno.

Bonus track: ah, ma potrò farlo! La posa sopraelevata consente di sostituire le piastrelle semplicemente alzandole… ora devo solo convincere il mio compagno! Segue risata isterica. 

Qui è dove sul blog parlo di piastrelle: naviga la sezione

2 | Una doccia troppo piccola

Nel bagno dedicato alla doccia il vano destinato al piatto era ancora più piccolo di quello attuale – ho fatto in tempo a fare una modifica da progetto (raccontata qui con le immagini del prima e dopo). Non ho pensato, però, di rivoluzionare del tutto la zona doccia e fare in modo di spostarla davanti alla finestra. 

Avremmo avuto altre possibilità? Non molte, onestamente. Si poteva fare meglio? Beh, certo, come sempre. Purtroppo siamo intervenuti tardi, quando tutti gli impianti erano terminati, e ogni variazione dal capitolato sarebbe stata un salasso. Quindi ci siamo contenuti e accontentati. 

Però se dovessi dare un consiglio: una doccia di neanche 73 cm x 107 è piccolina. Per la profondità ridotta soprattutto (e io sono abbastanza piccina).

Scegliere il box doccia? Ho scritto un e-book gratuito di 100 pagine

Tutti i post sulla zona doccia: naviga il blog

3 | Mini pattern e toni neutri: elegante o noioso?

Sempre nel bagno doccia: dopo 5 anni la composizione di piastrelle selezionata mi annoia. Ne avevo considerate diverse all’epoca, e mi ero innamorata di questo micropattern geometrico (che mi piace ancora, sia chiaro). Così come adoro la distinzione in 3 zone decorative che identificano le 3 aree funzionali (il progetto è spiegato nel post dedicato). 

Solo che ciò che ieri mi appariva sobrio ed elegante oggi mi suona spento e perfino un po’ noioso, senza brio. 

Diciamo che più che un errore è un pentimento dovuto a un mio cambiamento: probabilmente oggi ho più bisogno di qualcosa di incisivo, “ieri” volevo qualcosa di più rassicurante. 

I sanitari creta | Il mobile da bagno

4 | La vasca da bagno su misura: se l’avessi saputo prima!

Quello che racconto ora in realtà non si poteva evitare perché al momento della conferma abbiamo potuto modificare solo la posizione del bidet (qui spiegavo cosa abbiamo modificato rispetto al bagno così com’era). Però devo anche dire una cosa: in quel momento non sapevo che fosse possibile realizzare una vasca su misura in Solid Surface. Se lo avessi scoperto qualche mese prima avrei realizzato il progetto alternativo – nel post linkato poche righe più sopra – e posizionato la vasca sulla parete in fondo e i sanitari in linea (disposizione da preferire sempre). 

Ma cos’è il Solid Surface?

E cosa vuol dire vasca su misura? Qui ho raccontato com’è stata realizzata la mia

Questa soluzione avrebbe avuto più di un vantaggio: poter mettere i sanitari in linea, come dicevo, poter fare a meno della porta scorrevole (una battente non avrebbe dato particolarmente fastidio), nascondere i sanitari sulla parete di sinistra invece di averli di fronte, valorizzare la zona vasca ponendola sulla parete frontale, lasciare uno spazio tra bidet e vasca. 

Col senno di poi, si sa… è tutto più semplice. 

5 | Il mobile bagno davanti alla porta del bagno: quando la funzionalità prevale sull’estetica.

Io tendo spesso a preferire la funzionalità al design, perché sostengo che dopo un po’ di vita in casa l’estetica passi in secondo piano rispetto alla praticità. Cosa su cui sono ancora d’accordo eh. Solo che basta un attimo e questa cosa si traduce in una scelta talmente razionale da rovinare in qualche modo il risultato finale di un ambiente. 

Nel “bagno vasca” (così battezzato per motivi penso comprensibili – già, è quello della vasca!) per aumentare spazio contenitivo chiuso ho scelto un mobile da bagno a tutt’altezza, che arriva dunque a pavimento. Il monoblocco, seppur comodo, appesantisce però la stanza e riduce ancora di più il pavimento libero, che invece è venuto molto bene (un gres porcellanato effetto legno di rovere posato a spina di pesce) e avrei avuto piacere di vedere libero. 

Su questo sto riflettendo da un pezzo, appena trovo un’alternativa che mi convince sostituisco il mobile.

Però come mobile per bagno piccolo è comodissimo

Materiali e finiture: le scelte che non rifarei

Qui veniamo ai tasti davvero dolenti, perché in alcuni casi ci sono rimasta davvero malissimo.

1 | HPL: per il top cucina è un NO

Credo sia la più grande delusione di tutta la casa. 

Vendutomi come “un top su cui puoi farci quello che vuoi”, dopo 3 mesi sembrava avere 10 anni. Mi dicono che sia la finitura scelta (è un top in hpl effetto calacatta, con superficie opaca liscia), fatto sta che si striscia al solo sguardo. Vero, l’HPL non è altro che un “laminato ad alta pressione” (high pressure laminate), ossia un materiale costituito da strati di carta kraft impregnati con resine termoindurenti e pressati a caldo. Sulla carta è resistente a graffi, urti e calore ma alcune finiture – tipo la mia – fanno questa fine.

Io sono una persona attenta e pignola, tengo con cura materiali e superfici, proteggo il top per quanto possibile ma… una cucina è una cucina, a meno che uno ordini da asporto tutti i giorni. E sul top ci si lavora. Ho cercato anche di mettermi in contatto con l’azienda ma con esito negativo.

Cancellato.

Attenzione: sono a conoscenza di altre persone che hanno scelto l’hpl in altre finiture più materiche (dunque non lisce e opache) e non hanno avuto questo problema. Per quanto riguarda la resistenza a colpi o calore, per esempio, non ho nulla da dire.

2 | Caro gres porcellanato: credo che tra me e te sia finita

pavimento in gres porcellanato effetto graniglia color grigio caldo

La scelta del pavimento è stata lunga è complicata (come raccontavo qui, mentre valutavo diversi effetti materici) ma ero certa di volere il gres porcellanato, che sulla carta risulta ad oggi una delle migliori soluzioni da rivestimento per funzionalità, rapporto qualità-prezzo, offerta di effetti decorativi e superfici, praticità e facilità di gestione. Infatti qui spiegavo che io amo il gres e l’ho messo ovunque!

Peccato che nella realtà molto spesso non sia così facile da gestire, anzi. Soprattutto se – come nel mio caso – non viene eseguita la pulizia di fine cantiere. Questa operazione fondamentale di lavaggio a fine posa permette di eliminare i residui dei lavori; in mancanza di questo passaggio si accumula uno strato di polveri e sporcizia che aderisce al gres e rende complicato il lavaggio successivo e la manutenzione quotidiana. 

residui di stucco dopo la posa del gres porcellanato
Residui di stucco che ancora trovo in alcuni punti delle piastrelle. Ah, se oggi avessi a tiro il posatore…

Risultato? Il mio pavimento non sembra mai pulito, si macchia con pochissimo (le impronte dei piedi sudati dei bambini sono adorabili, vero?) e nessun detergente – nemmeno professionale – sembra avere efficacia. 

Sottolineo una cosa che vorrei fosse chiara: non ho nulla da dire sul prodotto scelto nello specifico ma mi ritengo delusa in generale dal gres porcellanato, che ho ovunque, sia a parete che a pavimento nei bagni (prodotti diversi, marchi diversi quindi). Tornassi indietro non lo metterei da nessuna parte se non in finitura lucida, o con superfici trattate (esistono collezioni che offrono la stessa praticità delle mattonelle lucide pur presentando una texture che appare estremamente materica). 

Negli anni le aziende stanno migliorando sempre di più questo aspetto e io resto comunque affascinata dalla straordinaria capacità del gres porcellanato di interpretare stili, tendenze, materiali. 

Potrei cedere a un effetto legno realistico, se ben fatto e ben posato – la posa in quel caso deve essere a regola d’arte – che forse riduce il problema che io ho riscontrato. 

Prima di passare al prossimo punto aggiungo una cosa fondamentale: ho scelto un effetto graniglia di un colore grigio caldo che adoro ed è ideale perché non si vede mai la polvere. A ognuno le sue priorità.

Però sul gres porcellanato ho scritto tantissimo, è più forte di me

3 | Fenix: bello da vedere, da toccare… e basta

Questa cosa delle superfici soft touch ci sta un po’ sfuggendo di mano (e da parecchio). Tra le millemila proposte che solleticano il tatto, il top in Fenix che ho nel bagno doccia sul mio mobile preferito è una delle più note.

Dove ce l’ho io? Sul top ovviamente. Opaco, bianco e liscio: una combinazione mortale. Si macchia col solo respiro, e non hai altra soluzione se non usare la spugnetta magica (quelle bianche abrasive di quel materiale che si sgretola man mano che si usa, presente?). Polvere di trucco, creme colorate, matita per occhi, smalto… ogni volta è un mannaggiammé.

4 | Piastrelle 20×20 in doccia: anche no!

Ero consapevole eh, lo sapevo benissimo. Sapevo a cosa andavo incontro, e sapevo che me ne sarei pentita. No al piccolo formato e no alle fughe in doccia: è vero che non amo i medio/grandi formati – esteticamente mi piacciono proprio poco – ma la comodità, l’igiene e la praticità quotidiana in doccia vengono prima di ogni altra cosa

10 frustate per me, per averlo saputo fin dall’inizio. 

Prendetela come opinione personale perché chiaramente sono io che non amo le fughe (ma soprattutto la fine che fanno). 

5 | Superfici opache (su sanitari e piastrelle)

Per quanto mi piacciano di più quelle opache, la resa delle superfici lucide è differente. Sono molto più facili da pulire e risultano veramente pulite. La porosità di quelle opache rende tutto più difficile. Oltre a ridurre la sensazione di luminosità a causa della minor capacità di riflettere la luce. 

Sì, tornassi indietro opterei per più ceramica lucida e meno ceramica opaca, nonostante non abbia alcun problema particolare. Col tempo si cambia, tutto qui.

Non solo errori d’arredo: le scelte che invece rifarei

Dai, mi pareva carino finire in bellezza, raccontando anche cosa risceglierei senza indugio. Perché anche questo mi sembra utile ai fini del post.

1 | Combo piastrelle 3D e colori del bagno vasca

Il bagno vasca non mi stanca mai. Quell’azzurro/grigio resta il mio colore preferito in assoluto, e tutto in questo bagno funziona: lo stacco tra piastrelle 3D (quelle bianche dietro al mobile lavabo) e piastrelle azzurre, l’abbinamento con il rovere, la texture opaca/traslucida delle piastrelle sulla parete della vasca. Lo sento mio.

2 | Radiatori invisibili: termoarredi in polvere di marmo

Decisamente una delle scelte più azzeccate dei due progetti d’arredo bagno: i radiatori si mimetizzano perfettamente nei due ambienti. Sono due piastre radianti realizzate in polvere di marmo: nel bagno doccia ho preferito inserirlo bianco, in abbinamento all’arredo; nel bagno vasca invece ho richiesto una colorazione su misura, identica a quella delle piastrelle. Ricordo che per cercare la tonalità esatta ho fatto impazzire tutti ma sono super soddisfatta del risultato finale (ne valeva la pena!).

Ps. Non trovate i due prodotti nel racconto sul blog perché purtroppo nel frattempo l’azienda produttrice è stata acquisita da un’altra realtà del settore che all’epoca non era tra i partner del progetto editoriale.

3 | Trattamento anticalcare per vetri doccia: sempre sia lodato

Dopo 5 anni ancora posso dire di godere dei benefici del trattamento anticalcare per vetri doccia applicato alla porta saloon installata. Il vetro risulta effettivamente più facile da pulire, e anche quando tralascio più del solito la pulizia approfondita per impegni o pigrizia, torna facilmente come nuovo.

Una nota importante: non tutti i trattamenti sono uguali, non tutte le aziende utilizzano la stessa tecnologia: informatevi, indagate (e consultate le schede tecniche).

Se non sapete cos’è il trattamento anticalcare per vetri della doccia – toh – ho scritto un post

lucentezza vetro doccia trattato anticalcare

4 | Sanitari senza brida con scarico a vortice: non tornerei mai indietro

Il sanitario oggi è un vero e proprio concentrato di tecnologia: è cambiato il design, sono cambiati i volumi interni, i meccanismi di aggancio e sgancio dei sedili, i bordi interni (è sparita la brida!) e lo scarico è il frutto di approfondite analisi e studi di fluidodinamica. Il risultato, anche se la differenza con i modelli più datati è difficile da capire agli occhi dei meno esperti, è un wc che offre prestazioni migliori, comfort rinnovato, igiene e manutenzione facilitata, minor consumo di acqua.

Tutto quello che posso confermare personalmente, e con non poca soddisfazione! Non risparmiate mai sui sanitari.

Cosa significa sanitario di alta qualità oggi

Scegliere i sanitari? Ho scritto un e-book anche su questo!

5 | Toglietemi tutto, ma non il mio idroscopino (semicit.)

Non credo sia fattibile tornare (senza drammi) a un universo in cui non esiste l’Idroscopino, l’oggetto che permetterà (nei miei sogni) l’estinzione di uno dei più brutti accessori bagno mai inventati: lo scopino.

Una delle poche certezze che ho nella vita è che… risceglierei sempre l’idroscopino.

6 | La vasca con idromassaggio invisibile

La vasca, di cui parlavo più su nel post (e di cui raccontavo in un post dedicato) è la protagonista del bagno. Realizzata su misura, è in Solid Surface e ha un sistema idromassaggio con ugelli invisibili integrati (i piccoli forellini che vedete sul fondo). Vero, non la uso moltissimo per mancanza di tempo, ma è una coccola saltuaria che volevo concedermi, e non me ne pento.

Peraltro ho predisposto la rubinetteria in modo tale che, se un giorno decideremo di sostituire la vasca con una doccia, non servirà fare alcuna modifica muraria (come? L’ho spiegato qui)

Ecco, il materiale in questo caso è ottimo (ripeto: non tutti i Solid Surface sono uguali) e mi ci trovo benissimo.

vasca moderna in solid surface vista dall'alto

7 | La lavanderia nascosta nell’armadio a muro

Altra soluzione vincente è stata quella di inserire la lavatrice all’interno di un armadio posizionato in antibagno, liberando in questo modo uno dei due bagni dall’ingombro dell’elettrodomestico. Non ho foto decenti ma ne ho parlato in questo post dove si vede l’armadio e l’organizzazione interna.

Sono soddisfatta e trovo l’armadio-lavanderia comodissimo, ma certo, il mio sogno sarebbe stato una grande stanza lavanderia in cui poter mettere lo stendibiancheria e il tavolo da stiro (che uso una volta ogni morte di papa perché non stiro praticamente mai – ma almeno avrebbe avuto un posto invece di ingombrare il retro della porta).

BONUS TRACK | Fedeltà eterna a ceramica e acciaio inox

C’è una cosa che mi viene spontaneo affermare, e per farlo cerco di tornare un po’ seria. Nonostante lo spropositato aumento di materiali e soluzioni alternative, i due materiali che restano sempre vincenti sono la ceramica e l’acciaio inox. Per quanto performanti e allettanti possano sembrare tutte le recenti proposte, per quanto mi riguarda (e vi prego di prenderla come una banale personalissima opinione) le mie due conferme assolute ed eterne sono loro.

Tutta la rubinetteria di casa è in acciaio inox, e anche sul lavello della cucina non ho avuto dubbi.

In conclusione: consigli per arredare casa senza errori?

Non ne ho. Chiunque abbia affrontato i lavori di casa ne esce con una discreta sensazione di sfinimento e un pensiero che suona più o meno così:

Maronn, mai più.

Si sa, c’è soddisfazione per alcune cose, delusione e pentimento per altre, è tutto normale. La perfezione non esiste, ed è inutile inseguirla. Col senno di poi è molto più facile commentare, pentirsi, ragionare con lucidità.

Quello che il progetto di casa mi ha permesso di fare è toccare con mano diversi materiali di cui scrivo e parlo, e questa possibilità per me è stata impagabile. Ogni volta che scelgo un prodotto, un brand, un’idea io ci metto la faccia. E oggi sono ancora più severa e selettiva, perché sono diventata più scettica e diffidente nei confronti di slogan, promesse, paroloni da catalogo.

PS. Perché in questo post non vedete nomi di aziende o prodotti?

Semplicemente perché non è quello su cui volevo porre l’attenzione. Anche perché confermo la mia stima per tutti i partner del progetto – tutte aziende che consiglio a distanza di anni e che rivorrei al fianco – e qui volevo parlare di soluzioni, materiali, scelte generiche d’arredo.

Se invece volete nomi e cognomi tornate qui

Ora sono curiosa, raccontatemi nei commenti scelte sbagliate ed errori di casa vostra! 

Ah. Qualche anno fa ho scritto un post sugli errori più comuni nella progettazione del bagno (e su come evitarli).

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