Un post diverso (e personale) su antoniolupi

A inizio ottobre ho visitato la sede di antoniolupi, azienda con cui collaboro ormai da un po’ raccontandovi qui sul blog anteprime e collezioni. Quello che ho scoperto (sono quasi certa) stupirà anche voi.

[edgtf_dropcaps type=”normal” color=” background_color=”]L[/edgtf_dropcaps]a sede di antoniolupi si trova in Toscana, precisamente a Cerreto Guidi: l’azienda è una delle realtà italiane più influenti del mondo dell’arredo bagno, e si trova in uno dei 3 distretti made in Italy del settore (oltre a quello toscano ci sono quello veneto/friulano e quello brianzolo). Lo sottolineo perché, come per tante altre realtà, il legame con il territorio è fondamentale per lo sviluppo dell’identità di un brand. Ci si arriva guidando nei tipici paesaggi toscani fatti di colline e di verde, di scorci da cartolina e curve morbide.

Quello che mi aspettavo era – senza dubbio – di trovare una realtà di alto livello, con una sede all’avanguardia e uno showroom incredibilmente elegante. Ciò che però non sapevo è che mi sarei portata a casa una nuova visione di antoniolupi, più familiare e vicina alla stanza da bagno moderna di quanto mi aspettassi.

Eppure non era la prima volta che vedevo dal vivo le collezioni dell’azienda, l’anno scorso ho visitato lo showroom milanese del brand durante il Fuorisalone.

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antoniolupi | La sede di Cerreto Guidi (FI)

antoniolupi: lo showroom di Cerreto Guidi

Ormai lo dovrei sapere bene, eppure mi stupisco ogni volta: visitare la sede di un’azienda è fondamentale per poter affermare di conoscerla bene. Entrare nel cuore della produzione, osservare le fasi cruciali del processo di creazione di un prodotto, conoscere le persone che rendono una realtà diversa dall’altra, cogliere i valori e la filosofia in cui l’azienda crede: sono cose che non riesci a capire se non ti avvicini fisicamente a dove il prodotto viene concepito.

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Oltre ad essere sede produttiva, Cerreto Guidi ospita lo showroom principale dell’azienda, recentemente rinnovato.

3300 mq (è davvero immenso) in cui ci si immerge in una dimensione silenziosa, che ti porta ad ammirare le collezioni come fossero opere d’arte. Tutto è studiato nei minimi dettagli, dagli spazi agli accostamenti, dai colori ai complementi, fino alla scelta dei tessuti fatti realizzare appositamente per abbinarsi agli allestimenti.

Due gli spazi principali: lo showroom vero e proprio, che ospita i prodotti ambientati, e uno spazio industriale (riqualificazione di un capannone degli anni ’70 appartenuto al fondatore Antonio Lupi) in cui i prodotti vengono invece mostrati nudi. Parlano due linguaggi diversi, come ci spiega il figlio Andrea, oggi alla guida dell’azienda insieme ai fratelli Patrizia, Nello e Sergio: il primo più comprensibile e adatto anche a un pubblico non professionale, il secondo più adatto a creativi e progettisti che possono sentirsi più liberi di immaginare. Entrambi con un fortissimo potere ispirazionale.

antoniolupi: una storia di famiglia

Le aziende di famiglia mi affascinano sempre, confesso, mi appaiono più concrete, mi incuriosiscono le storie personali dei fondatori e il loro legame con la storia del nostro Paese.

antoniolupi (tutto attaccato e in piccolo, mi raccomando) nasce come realtà artigiana fondata da Antonio Lupi nel 1950, che a Vinci (a soli 18 anni!) iniziò a produrre vetri e cristalli per l’arredo. L’arredo bagno è venuto più tardi, quando è nato il marchio Cristal Lupi Luxor, negli anni del boom economico. Con gli anni Settanta e un nuovo stabilimento, l’azienda diventa una vera e propria realtà industriale, ponendo le basi per ciò che oggi rappresenta il brand antoniolupi.

Già: cosa rappresenta antoniolupi?

Durante il nostro incontro abbiamo ragionato insieme ad Andrea Lupi sulla percezione che il pubblico ha oggi del brand, leggermente distorta rispetto alla realtà.

L’alta qualità delle collezioni, l’eccezionalità di alcuni progetti e collezioni, le collaborazioni con importanti designer italiani e le ambientazioni di alto livello hanno da una parte contribuito ad esaltare l’unicità dello stile antoniolupi. Dall’altra, però, si è diffusa l’idea che il brand fosse solo questo. Fosse solo lusso e design inaccessibile.

Non è così.

Alcuni progetti raccontati qui sul blog:

Il residence Nizza Paradise di Lugano: tutti i bagni sono firmati antoniolupi

Una ristrutturazione a Torino: un bagno da sogno con i prodotti antoniolupi

Collezioni accessibili, design esclusivo ma democratico

Avreste mai pensato di associare questa descrizione ad antoniolupi? No, vero? Eppure questa è la cosa che inaspettatamente mi ha colpita di più. Ed è quella che più ci tengo oggi a trasmettervi. Che anche l’azienda ci tiene a trasmettere.

Attenzione! Non sto affermando che l’azienda stia facendo un passo indietro o che stia comunicando un cambio di rotta rispetto agli alti standard qualitativi raggiunti negli anni, né che stia improvvisamente lanciando una linea di arredo bagno low cost. Quello che sto dicendo è che antoniolupi non è solo Ghost. Non è solo Introverso (o tutte le altre incredibili creazioni in marmo). O non è solo Reflex (e tutte le altre novità in Cristalmood). E che può offrire anche mobili da bagno (di alta qualità) ad un prezzo accessibile (o comunque più accessibile di quanto si pensi) e paragonabile a tanti altri marchi di settore. E che viene erroneamente esclusa in fase di preventivo perché ritenuta inarrivabile a priori.

I monoblocchi, il Flumood e altri esempi

Ok, a questo punto sono sicura vogliate degli esempi.

Innanzitutto, nella gamma di soluzioni firmate antoniolupi esistono anche dei monoblocchi dal design semplice e lineare. Li conoscevate? Da sottolineare anche un aspetto di fondamentale importanza: le linee entry level del brand vengono prodotte con la stessa qualità tecnica di quelle top di gamma (ad esempio, sono tutte realizzate interamente in MDF); unica differenza, l’adozione di alcuni stratagemmi capaci di abbassare i costi di lavorazione e (di conseguenza) il prezzo di listino.

Altro esempio: vi ho parlato da poco dei nuovi tappeti della linea Tramato. Ho personalmente chiesto il loro prezzo di vendita, convinta che fossero articoli di fascia alta o altissima. E invece, anche qui sono rimasta stupita: vi sfido a chiudere un preventivo rivolgendovi a uno showroom antoniolupi!

Dal corian al Flumood

Tra i tanti materiali sviluppati da antoniolupi c’è il Flumood, che in tanti considereranno inarrivabile per il solo fatto di essere una proposta del brand. Ho scoperto invece che il prodotto è nato proprio per la volontà di creare qualcosa che avesse un aspetto simile al Corian (materiale sempre lanciato dall’azienda nel 2001) ma con un prezzo molto più abbordabile. E con delle prestazioni tecniche straordinarie (durante la visita ho visto personalmente Andrea Lupi mentre avvicinava un accendino (!) a un’anta in Flumood, o mentre lasciava seccare dello smalto o scriveva con un indelebile, per poi ripristinare completamente la superficie. Se non ci credete qui ci sono le prove video.

Qui invece trovate il post in cui abbiamo parlato di Flumood.

Non fermarsi mai all’apparenza

Non ho mai scritto un post così su antoniolupi, è vero. Ma è cambiato qualcosa nel modo in cui guardo a questo brand e alle sue creazioni. Avvicinandomi alla loro realtà sono andata oltre la percezione iniziale, cercando di capire più aspetti di questa azienda che rappresenta in ogni caso uno degli operatori di maggiore spicco del settore. E ho imparato che – come sempre – non si può mai avere un’idea completa di un’azienda se non si entra al suo interno.

La visita aziendale mi ha aiutata a interpretare in modo diverso il loro percorso e le novità che di volta in volta vi sto raccontando sul blog. Per oggi non ho parlato volutamente di prodotti o collezioni, nei prossimi post riprendiamo a riempirci gli occhi di bellezza.

Spero che questo lungo post / riflessione abbia aiutato anche solo uno/a di voi a guardare con nuovi occhi brand e realtà. Queste riflessioni, infatti, pur riguardando antoniolupi possono essere utili per osservare in modo nuovo il mondo del design nel suo complesso. Mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate, qui sotto nei commenti!

Vi aspetto.

Post in collaborazione con antoniolupi

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