Una Milano sotterranea e abbandonata torna alla luce: riaprono i bagni pubblici degli anni ’20

A Milano si lavora da anni alla riapertura dell’Albergo Diurno Venezia, i bagni pubblici degli Anni ’20 che riporteranno alla luce l’eleganza e l’avanguardia di una struttura innovativa da tutti i punti di vista.

Expo 2015: il diurno di via Silvio Pellico riapre per Expoincittà

Quelle nella gallery sono le immagini dell’ex diurno Cobianchi* (datato 1924) riaperto in occasione di Expo 2015 e diventato Expoincittà Lounge: un infopoint per i visitatori e tutti coloro che hanno bisogno di informazioni per capire come muoversi e cosa vedere durante i sei mesi di Expo.
Ristrutturato completamente con arredi di design, si trova sotto via Silvio Pellico (zona Duomo) ed è stato preso in affitto dall’associazione Elita per gestire le attività di promozione turistica e offrire un punto di appoggio a chi visita Milano in questi mesi.
Wifi gratis, spazio per presentazioni e meeting, area relax con sedute e amache, bagni pubblici – ovviamente -, snack bar, area uffici, zona dj-set ed eventi > Su questa pagina facebook trovate gli aggiornamenti relativi a questo spazio.

Questo articolo, invece, è fatto benissimo e ha un sacco di immagini delle toilette storiche.

[Fonte notizia e immagini]

[Aggiornamento 2021: il Diurno Venezia risulta ancora inagibile, ma pare che i lavori termineranno nel 2026, quando verrà inaugurato nei suoi spazi il Museo Nazionale di Arte Digitale.]

Osservando le immagini, non è rimasto molto dell’antica architettura delle toilette storiche. C’è un altro albergo diurno in città che invece ha conservato intatta l’eleganza tipica della Belle Epoque: quello di Piazza Oberdan.

I bagni pubblici di Piazza Oberdan (1925) presto riaperti

È ufficiale, la notizia è stata pubblicata 3 giorni fa sulla pagina facebook del Comune di Milano: l’ex diurno di Piazza Oberdan tornerà alla luce.
Si tratta dell’Albergo Diurno Metropolitano Cobianchi* sotto Piazza Oberdan, con ingresso sulla sinistra della scalinata di accesso alla metro (di fronte allo spazio Oberdan). Un gioiello architettonico in stile Liberty datato 1925, come si legge anche dalla decorazione – straordinariamente intatta – presente sul pavimento.

Più di 1000 mq, soffitti alti 3 metri e 30, 6 bagni di lusso, 30 bagni promiscui con vasche da bagno e docce, zona manicure e pedicure, servizio di lavanderia e stireria, parrucchiere uomo-donna, terme sotterranee… non chiamateli bagni pubblici!

Foto: Andrea Scuratti, Comune di Milano (FB Fanpage)

Pavimenti in marmo e pareti maiolicate, mobilio di pregio, vetri e ceramiche. Un ambiente di un’eleganza straordinaria in uno spazio di grandissimo valore artistico e architettonico, nonché uno dei primissimi esempi di Hammam a Milano, se così possiamo chiamarlo. Un centro benessere d’epoca con diversi servizi per milanesi e viaggiatori e attività commerciali aggiunte in epoche più recenti (fotografo, agenzia viaggi…). Fatta eccezione per il parrucchiere (che ha resistito fino al 2006), tutte le altre attività sono state chiuse nel 1985, dando inizio ad un periodo di abbandono e degrado totale.
Pensare che esattamente un mese fa, il giorno dell’incontro #weblogsaloni da Mantra, sono arrivata proprio in Piazza Venezia con la metro, ho visto i lavori in corso e mi sono chiesta cosa stessero facendo.
Ecco, stavano rifacendo la pavimentazione della piazza per riqualificare l’intera area e restituire alla città l’ex Cobianchi*! Inaugurati nel 1925 sul modello dei bagni pubblici di Victoria Station a Londra, gli antichi bagni pubblici di Piazza Oberdan sono rimasti pressoché intatti, nonostante l’abbandono e l’incuria.
Finalmente, dopo una battaglia legale durata anni e grazie ad un accordo tra FAI e Comune di Milano, questo splendore verrà ristrutturato e valorizzato offrendo, oltre ai servizi originali di pubblica toilette cittadina, uno spazio d’incontro aperto ad eventi di diverso tipo. Dopo 90 anni, sono stati intanto riaperti i lucernari, murati qualche anno fa in seguito ad un cedimento, che portavano la luce diretta del sole nelle terme sotterranee.

video via

*Cleopatro Cobianchi  è un imprenditore bolognese che durante un viaggio a Londra notò il successo di questi alberghi diurni situati di fianco alle stazioni della metro, decidendo di portarne l’idea in Italia. Il primo aprì a Bologna (nel 1911) e il secondo a Milano (1924), in piazza Duomo (quelli di via Pellico di cui sopra). Quello di Piazza Oberdan seguì subito (1925) dopo ed è gemello del diurno di Piazza Duomo, anche se è l’unico in Italia ad essersi conservato splendidamente.

La storia di Milano raccontata dai bagni pubblici di inizio Novecento

Ho scovato un video – PAZZESCO –  del 1994 che racconta una Milano d’epoca proprio grazie al Nuovo Albergo Diurno Metropolitano, e attraverso le parole di quell’ultimo barbiere di cui parlavo prima, che ha resistito fino a 10 anni fa. Lo so, è lunghetto, ma 20 anni fa non si correva come oggi, non era l’epoca dei video di 1 minuto e mezzo che quelli di 2 minuti già ti cala l’attenzione. Questo è un video da guardare con calma, per ripercorrere la storia ormai andata di una grande città. I milanesi apprezzeranno.


Il video è tratto da un altrettanto splendido articolo (fonte: lastoriaviva.it) che spiega nel dettaglio la storia del diurno di Porta Venezia con diversi aneddoti storici e curiosità. L’ho trovato interessantissimo!

I gioielli nascosti di Milano: una ventina di bagni pubblici d’epoca

Un’altra notizia, risalente allo scorso gennaio 2015, rivela che Milano nasconderebbe una ventina di bagni pubblici abbandonati, di cui 7 sotterranei, risalenti ai primi del Novecento (tra cui quelli in piazza San Fedele – datati 1907 – o quelli di via Palestro – datati 1919).
A riaccendere l’interesse di Milano per le toilette storiche, la scoperta dei servizi pubblici di largo Maria Callas, emersi in seguito al cedimento della pavimentazione di un’edicola. L’amministrazione comunale, dopo averli abbandonati per decenni, intenderebbe recuperarli pubblicando un bando. “La soluzione ideale sarebbe che a riqualificarli per poi gestirli fossero i commercianti le cui attività insistono su quest’area centralissima», queste le parole dell’assessore ai Lavori pubblici, Carmela Rozza. [fonte]

È un po’ triste pensare che le varie amministrazioni comunali abbiano abbandonato per anni dei pezzi di storia dal valore inestimabile e che oggi si chieda a privati e/o attività commerciali di accollarsi la loro riqualificazione… ma questo è un altro discorso ed è una nota personale.
Peraltro ogni volta che vedo queste immagini ripenso al bagno pubblico di Londra diventato miniappartamento o al pub “The Attendant” ricavato dalle toilette di Foley Street.

I bagni pubblici, la nostra storia, la storia del bagno

Ci ho messo 3 giorni a completare questo articolo, ogni volta che ne approfondivo un aspetto trovavo nuovo materiale, nuovi articoli, notizie nelle notizie. Non mi piace abbozzare una notizia in modo superficiale e questo post è diventato la scusa per una ricerca e alcune riflessioni.
Foto dopo foto, ho scoperto una Milano che non conoscevo, guardato video di cui non ignoravo l’esistenza, e avuto conferma di ciò che ho già ben chiaro in mente, ossia che ripercorrendo la storia del bagno possiamo scorrere le pagine della nostra storia e della nostra cultura.
È affascinante vedere come ad inizio Novecento la toilette fosse un luogo di ritrovo, nato per un’esigenza pratica (offrire un servizio a chi non aveva il bagno in casa) ma utile anche ai viaggiatori di passaggio (una cultura del turismo molto più civile e avanti di quella attuale?). Un luogo di condivisione e incontro in cui il concetto di privacy e l’idea di “tempio del sé” (come viene oggi concepita la stanza da bagno privata) erano ancora molto ma molto lontani.

Lo capite quanto è straordinaria la storia del bagno?

[sospiro]

  foto d’epoca in copertina A. Corno (via milano.corriere.it)

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