Durante le poppate notturne, quando non sono completamente distrutta, ho due alternative: cazzeggiare sul telefono o pensare fissando il vuoto nel buio. Questo post ovviamente è frutto della seconda opzione.
Non so come ma ho messo a fuoco questa cosa: Io devo avere un problema con tutto ciò che è stretto, vincolante, definitivo, immobile e immutabile.
A partire dagli elastici stretti. Sin da quando ero bambina tutte le cose strette mi hanno sempre dato fastidio. Ho sempre odiato le calze e quella sensazione di pancia strizzata, ancora oggi ripiego sulle autoreggenti. Nei miei cassetti le poche paia di calze sono tutte tagliuzzate con le fornici per allargare un po’ l’elastico. 
I pantaloni a vita alta con quel fastidioso bottone che quando ti siedi ti si punta nella ciccia. Odio.
Non sopporto tutto quello che stringe o costringe. Mi manca l’aria.
Mi piace l’idea che un giorno me nE andrò da Treviso, se non altro perché immaginarmi qui tutta la vita mi mette un po’ di tristezza. Voglio sognarmi chissà dove.
Il mutuo. 
Il mutuo mi mette ansia per il fatto che conprare casa ti costringe a mettere radici in un luogo, e io le radici non le sento affondare in questa terra. 
Il matrimonio
Sono stat sposata. Lo sapevate? Un bravissimo ragazzo, una persona splendida. Ma non so perché il ricordo mi fa sentire in gabbia, mi fa mancare l’aria. Come se i si chiudessero improvvisamente 4 pareti intorno. La sensazione era talmente soffocante che quando è finita ho avuto un esaurimento nervoso con tanto di attacchi di panico curati a suon di lexotan.
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Le persone che non cambiano
Mi fanno tremendamente paura. Non capisco come sia possibile che la vita non faccia cambiare certe persone, che continuano a vivere nello stesso posto, allo stesso modo, con le stesse persone. L’angoscia. 
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Non mi piace sentirmi stretta e costretta, ho bisogno di respirare, anche solo con il pensiero, sapere di avere una via d’uscita, un piano B.Le forbici per allentare un po’ l’elastico.
Foto in copertina ~ foto 2 ~ foto 3

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