La cosa più bella di bagnidalmondo è che per scrivere alcuni post sono costretta (se così si può dire) a studiare ed imparare cose inaspettate.
Più vado avanti, più mi rendo conto che la stanza da bagno è un ambiente con ruoli e significati molto complessi, e che può essere studiato e guardato da tantissimi punti di vista: quello del design, più attuale e quotidiano se vogliamo, ma anche quello storico, artistico e culturale.
Sono tantissimi, infatti, gli artisti e i pittori del passato che hanno scelto il bagno come soggetto delle loro opere, inteso sia come ambiente, sia come semplice atto quotidiano dedicato all’igiene personale.
Uno dei più noti è Degas, pittore e scultore francese vissuto tra il 1834 e il 1917. Come impressionista, Degas era un po’ un artista atipico, e mentre i suoi colleghi prediligevano dipingere soggetti “en plain air”, egli preferiva dipingere «ciò che non si vede più nella memoria» (Wikipedia). “I soli paesaggi che che lo attiravano sono quelli interiori, quelli dell’anima” (fonte senzadedica.blogspot.it).
Edgar Degas: il bagno come momento di intimità da spiare
Fu molto influenzato dal maestro Ingres (Jean-Auguste-Dominique Ingres, considerato il maggior esponente della pittura neoclassica, 1780 – 1867), dalla cui “Baigneuse Valpinçon” prese la maggiore ispirazione per le sue dame alla toeletta.
Il periodo in cui comincia a dedicarsi a questi soggetti è intorno al 1875, di ritorno da un viaggio a New Orleans, quando il pittore inizia effettivamente a farsi conoscere. Sperimentando nuove tecniche, Degas riesce a riprodurre sui corpi nudi delle donne degli effetti di luce e colore innovativi per l’epoca. Il realismo dei suoi lavori veniva apprezzato da alcuni, ma denigrato da altri (siamo lontani ancora dal movimento del Realismo). Egli rappresenta i nudi femminili da angolazioni inconsuete, spiegando con queste parole il suo intento:
[quote]Finora il nudo è stato presentato in pose che supponevano la visione da parte di un pubblico. Ma le donne non sono persone semplici… Io le mostro senza civetteria, allo stato di bestie che si lavano.[/quote]
Le parole sono un po’ forti, d’accordo. E diciamo che non era un personaggio molto amato dalle donne. Ma siamo alla fine dell’Ottocento, e secondo me va considerata la sua intenzione di rappresentare le donne in momenti quotidiani, al di fuori del loro ruolo sociale e familiare in cui solitamente venivano immortalate.
Guardando queste scene, sembra davvero di spiare i soggetti come se fossimo dietro al buco della serratura. In fondo, per Degas, ogni vero pittore doveva essere un po’ voyer, doveva saper spiare nella realtà e doveva saperla riprodurre su tela.
In ogni caso, in questa sede non mi interessa analizzare il nudo di Degas (questo non è un blog d’arte, e io non sono sufficientemente preparata sull’argomento). Quello che ho letto in questi dipinti è come veniva inteso all’epoca il “lavarsi” e dove lo si faceva.
Tinozze e vasche da bagno
Se pensate che il tema dell’igiene personale sia così scontato, considerate che a quell’epoca l’abitudine di lavarsi (quotidianamente) era ritenuta comune solo per le prostitute o gli ammalati.
Fino agli anni ’20 del Novecento non era nemmeno scontato che l’abitazione privata avesse una stanza da bagno nata per quello scopo…vedete, infatti, che le vasche da bagno che si intravedono nei dipinti sono posizionate vicino ad un letto? Quando siamo fortunati, perché spesso al posto della vasca c’è una semplice e misera tinozza.
Siamo a fine Ottocento, eppure ancora non è abitudine avere una vasca da bagno in casa (figuriamoci una stanza da bagno). E sapete perché la cosa stupisce? Perché il primo esemplare di vasca da bagno è stato rinvenuto nel palazzo di Cnosso (Creta), e risale al 1700 a.C. (avete capito bene – insomma, non esattamente il giorno prima).
La modernità dell’esemplare lascia a bocca aperta. Questa immagine l’ho scattata io tra le pagine del libro “Civiltà in bagno” di Lawrence Wright.
Una delle cose più curiose della storia del bagno, infatti, è che non è possibile seguire un ordine cronologico per scoperte e avvenimenti. Come dice Wright nel libro: “Il gentiluomo del quindicesimo secolo si serviva del bagno, ma il suo discendente del diciottesimo secolo ne era sprovvisto. Il monaco del 1350 disponeva di impianti igienici più razionali, e aveva abitudini più raffinate di un londinese del 1850. E il “selvaggio” della Polinesia era più pulito dell’uno e dell’altro”. (Lawrence Wright, 1961)
Ma questa è un’altra storia, e ve la racconto un’altra volta…
Immagine in evidenza: Edgar Degas – Le tub – La tinozza 1885-86
Image source: Wikipedia
2 risposte
Interessante e profondo! Adoro l’arte e mi è piaciuto questa visione di Degas da un punto di vista un po ‘ diverso, complimenti davvero! Non credo che nessuno abbia mai affrontato il tema del bagno in tutte l esue sfaccettature come hai fatto tu!! (che rimanga tra noi – prima o poi ci scappa il libro…)
Ciao Ciz! Grazie per essere passata di quì anche a Pasquetta 🙂 ci sarebbero così tante cose da dire. La mia è una ricerca infinita, spero col tempo di avere così tanto materiale da farci un libro. Chissà, magari si chiamerà proprio “bagni dal mondo” … Smack!!